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La gestione dei rifiuti solidi urbani: considerazioni sulla nuova normativa

La nuova normativa, in forte evoluzione, prevede una serie di adempimenti per il Comune, per il CIT e per la SAVNO.
I contratti di servizio in essere sono scaduti e vi è l'obbligo di ridefinirli.
La società di gestione SAVNO è costretta a vendere il 40% delle azioni e ad andare in gara per affidare il servizio, corrispondente alla durata di 15 anni.
La scadenza per tale gara è il 31.12.2012 ma poiché mancano i Regolamenti attuativi, è presumibile che ci sarà uno slittamento.
Anche se la nuova normativa attribuisce ai Comuni la gestione del servizio, è del tutto evidente che per garantire l'economicità e l'efficienza conviene conferire al CIT la delega per la gestione del servizio.
Gli ambiti di gestione che saranno probabilmente individuati dalla Regione Veneto, saranno la Destra e la Sinistra Piave che si configurano come due sub-ambiti.
Il Consorzio, quindi, bandirà la gara per l'entrata del privato e per l'affidamento del servizio; il bando deve prevedere dei vincoli per garantire qualità ed economicità del servizio, come richiesto dai cittadini.
Per la copertura dei costi è prevista una nuova tassa, chiamata "tassa corrispettiva" (TARES - Tassa Rifiuti e Servizi) la cui gestione sarebbe insostenibile per ogni singolo Comune.
Il privato, che entra nella Società, dovrebbe assolvere a funzioni essenziali nell'espletamento del servizio.
Attualmente la parte non riciclabile viene inviata all'impianto della Contarina nel Comune di Spresiano, ma potrebbe non essere una scelta competitiva.
La modalità di raccolta non può che diventare per tutti i Comuni il metodo del porta a porta spinto, con la separazione del vetro dalla plastica. Il porta a porta spinto, attuato a Ponte di Piave dal 2004 non è ancora presente in diversi Comuni appartenenti al CIT.
La mancanza di un impianto di smaltimento all'interno del sub-ambito è un problema aperto che comporta circa 20 € di differenza rispetto al costo di smaltimento negli altri impianti dell'area Veneto.
Ogni Comune deve, nel rispetto della nuova normativa, adottare una delibera-quadro, entro il 30.09.2012, che riguarda tutti i servizi pubblici locali, di cui va fatta una adeguata ricognizione.
La bozza di delibera, attualmente a disposizione, ha fatto un notevole percorso istituzionale però mancherebbe di decreto attuativo.
Il 12 agosto è il termine previsto per l'emanazione del decreto attuativo ed anche questo termine subirà uno slittamento.
In ogni caso il Decreto Sviluppo afferma che la delibera - quadro va fatta a livello di Bacino.
Il nuovo tributo, modulato in base ad un nuovo Regolamento, ripercorrerà la vecchia TARSU e prevede un metodo tariffario puntuale.
La SAVNO sta predisponendo un nuovo Piano Industriale il cui listino prezzi verrà messo a base d'asta.
Per contenere il costo del servizio, sulla base di esperienze già in atto, si prevede che per esempio il secco si possa asportare ogni 15 giorni ed un contributo decisivo può essere dato dai cittadini per migliorare la raccolta (oggi nella VEPLA ci sono dal 20 al 40% di rifiuto non riciclabile).
Attualmente ogni Comune ha un suo Piano Finanziario, mentre in prospettiva, pur tenendo conto delle diverse realtà territoriali, si punta a tre Piani Finanziari per l'intero sub-ambito, da Vittorio Veneto fino a Salgareda.
Ovviamente i costi in service (spazzamento strade, pulizia caditoie, pulizia cimiteriale, ecc.) che ogni Comune vorrà inserire nel Piano potranno modificare il Piano Finanziario stesso, quindi ogni Comune può decidere autonomamente l'inserimento di qualche servizio nel Piano Finanziario, rispettando una soglia percentuale.
Ai Comuni spetta sempre e comunque una stretta vigilanza sull'operato del CIT affinché la gara da espletare possa dare un risultato più efficace per contenere la tariffa e garantire la qualità del servizio.

Ponte di Piave, 20 luglio 2012

Il Vice Sindaco
Prof. Luciano De Bianchi

Nota di aggiornamento
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del 20 luglio 2012 che dichiara "illegittimo l'art. 4 del D. L. n. 138/2011" si rende necessario un nuovo schema di delibera che tenga presente il mancato obbligo di vendere il 40% delle azioni e comunque che non faccia alcun riferimento all'art. 4